bambino con libri

Il valore della lettura ad alta voce

Le istituzioni come le biblioteche veicolano un’immagine dell’identità comunitaria sia per coloro che hanno familiarità con esse, sia per coloro che non ne hanno, ma soprattutto per coloro che potrebbero giungere ad averne ovvero i bambini.

È vero, esiste la rete e a essa saremo eternamente grati poiché ci consente, velocemente, di stringere il mondo tra le mani. Troppo velocemente però.

Non dobbiamo infatti dimenticare che il contatto diretto con il libro o il contatto con il libro mediato da una persona che lo legge produce più materiale da rielaborare, stimolando un’elaborazione emotiva più profonda, rispetto al contatto ridotto e impoverito attraverso uno schermo e una tastiera e ciò perché il nostro cervello è, prima di tutto, un cervello sociale.

Questa affermazione appare nettamente in contrasto con le numerose offerte multimediali rivolte, oggigiorno, ai bambini; infatti, i bambini piccoli esposti, per buona parte del loro tempo, a un mezzo di comunicazione dal quale apprendono quasi nulla, proprio in quanto mezzo tecnologico, privo di umanità, in futuro apprenderanno di meno, avranno dunque minori capacità apprenditive perché non avranno cioè imparato a imparare.

Un gruppo di scienziati americani, pochi anni orsono, ha condotto uno studio su oltre 1000 bambini piccoli e sui loro genitori. E’ stato chiesto ai genitori di descrivere con precisione le abitudini di utilizzo dei media da parte dei loro bambini, di seguito è stato condotto un test linguistico sui loro bambini, dimostratisi avvezzi ai media digitali. 

Risultato: i bambini abituati agli schermi conoscono un numero nettamente inferiore di parole, rispetto ai coetanei non abituati agli schermi, dimostrando altresì un ritardo nello sviluppo linguistico. La suddetta ricerca è poi proseguita con altri gruppi di osservazione nei quali i bambini non fruivano abitualmente di mezzi digitali e ciò ha permesso di constatare che, nei contesti nei quali un genitore o un adulto leggeva ad alta voce, quotidianamente, al bambino, lo sviluppo linguistico del bambino stesso dimostrava un incremento significativo.

Fortunatamente, proprio in Italia, nel 1999, un piccolo gruppo di pediatri, unitamente a un gruppo di bibliotecari, pur non conoscendo i risultati degli studi poc’anzi descritti, giunsero alle medesime conclusioni. Allora, in breve tempo, si organizzarono e si impegnarono a diffondere presso le famiglie dei loro piccoli pazienti e sui territori di loro competenza, l’importanza di un contatto precoce con il libro di testo da parte dei bambini nonché il valore della lettura ad alta voce.

Nacque così NATI PER LEGGERE.

Nati per Leggere nasce il 6 novembre 1999 su iniziativa degli allora presidenti Giancarlo Biasini (Associazione Culturale Pediatri), Igino Poggiali (Associazione Italiana Biblioteche), Giorgio Tamburlini (Centro per la Salute del Bambino).

Nel 2000 si costituisce il Coordinamento Nazionale composto da 5 bibliotecari e 5 pediatri, si avvia la lista postale NPL-BIB, che nel giro di alcuni anni raggiungerà i 5000 iscritti e si creano alcune pagine dedicate al programma sul sito dell’Associazione Italiana Biblioteche (AIB-WEB).

Dal 2003 si intensificano i rapporti con gli editori per la realizzazione dei libri in edizione speciale, finalizzati al dono del libro ai bambini durante le visite pediatriche di controllo e si rende sistematica la pubblicazione della bibliografia nazionale ogni due/tre anni.

Nel 2008, Nati per Leggere viene citata come Buona Pratica nelle “Linee guida per i servizi bibliotecari ai bebè e ai piccolissimi entro i tre anni” dall’International Federation of Library Associations and Institutions (IFLA).

Nel 2014 la Segreteria scrive le “Linee guida per i referenti regionali” per fornire indicazioni ai Referenti territoriali.

Nel 2016 Nati per Leggere riceve il Premio Nonino con la seguente motivazione: “Arricchire la mente di un bambino raccontando storie è una tradizione che si sta perdendo nel mondo moderno con la sua comunicazione elettronica istantanea. Dobbiamo far proseguire quella tradizione e caratterizzare la vita dei giovani con la sapiente narrativa del passato”.

Sempre nel 2016 i Ministri Franceschini, Lorenzin e Giannini sottoscrivono il Protocollo d’Intesa per la promozione della lettura nella prima infanzia, istituendo il Programma 0-6, al quale per Nati per Leggere è stato chiamato a collaborare organizzando la formazione per gli operatori e i volontari delle regioni coinvolte.

Ecco perché gli amministratori illuminati che decidono di investire risorse nelle biblioteche divengono interlocutori privilegiati di NPL, che opera, non solo per promuovere la lettura in seno alle famiglie, ma anche per promuovere la lettura tout-court e già a partire dal VI mese di vita del bambino, procedendo poi via via sino all’inizio dell’età scolare e oltre. 

Perché è importante promuovere la lettura? 

Perché i bambini, nei primi mille giorni di vita, esprimono un potenziale di apprendimento che non si ripeterà più; e ancora perché l’ambiente nel quale il bambino vive i suoi primi 5 anni di vita, influisce in modo determinante sulla formazione della sua personalità, pertanto, investendo su questa fascia di età, si agisce per una società migliore, più umana, più formata, più democratica, più consapevole. Non da ultimo, piace rammentare che le neuroscienze hanno scoperto che il DNA non è immutabile (epigenetica) e che su di esso influisce fortemente l’ambiente, pertanto un ambiente che stimola alla lettura e all’espressione linguistica influisce notevolmente sull’intelligenza verbale.

Ma i bambini così piccoli non sanno leggere! 

Non è vero. 

Leggere non significa solamente decodificare il segno grafico, soprattutto per un bambino, leggere significa interpretare le figure, ascoltare un adulto che legge, sfogliare un libro, sfogliare un giornale e poi appallottolarlo e giocarci, leggere è comunque perdersi (per poi ritrovarsi) tra le pagine. 

Dunque i bambini leggono prima di leggere! E quanto si è sino a ora descritto è propedeutico alla lettura vera e propria. 

In particolare, nessuno dimentichi che la lettura e la narrazione di storie, a partire dalla primissima infanzia, rappresentano una fondamentale metodologia di intervento per prevenire eventuali problemi linguistici una volta raggiunta l’età scolare:

Ascoltando leggere, il bambino incontra parole mai sentite in precedenza, ma, anche se non le capisce tutte, acquisisce familiarità con esse e con espressioni caratteristiche; le ripetizioni e le rime nelle poesie e nelle filastrocche, hanno l’importante funzione di facilitare la memorizzazione di nuovi vocaboli e di far apprendere nuove strutture linguistiche, modi di dire e frasi fatte, che andranno ad assumere un significato completo anche in tempi successivi”. (Nespoli – Ricciardi 2006).

L’amore verso la lettura non è un’attitudine con cui si nasce, ma è una passione che va coltivata e per questo motivo si sviluppa con il tempo. Spetta all’adulto far scoprire il libro ai bambini.

Attenzione però! Affinché tutto ciò abbia un senso, i libri proposti ai bambini debbono essere di qualità elevatissima, debbono essere testi che permettono al bambino di ricavare significati, sensazioni, emozioni. Ci sono molti libri per bambini in circolazione, ma non tutti stimolano le emozioni e la mente del bambino allo stesso modo.

Come sostiene NPL, in Italia ogni anno escono circa 1350 libri per bambini da 0 a 7 anni. Tra questi ci sono libri eccellenti, libri di buona qualità, libri mediocri e, anche, libri di scarsissima qualità, come accade per qualsiasi altro ambito o settore. E’ normale quindi chiedersi, sia da parte delle famiglie che delle biblioteche, cosa e come acquistare.

Per queste ragioni Nati per leggere ha costituito un Osservatorio Editoriale permanente che seleziona i migliori libri per bambini. I libri sono selezionati per essere adeguati alle competenze dei bambini in età prescolare, già fin dalla nascita in avanti e devono, allo stesso tempo, stimolare nei genitori e negli educatori il desiderio di condividere un libro con i bambini. I criteri di selezione tengono conto della qualità narrativa, delle illustrazioni, della qualità tipografica, dell’impaginazione e degli aspetti pedagogici.

L’osservatorio è costituito da quaranta esperti tra bibliotecari, pediatri, psicologi, studiosi di letteratura per l’infanzia, educatori e librai, i quali costantemente leggono le novità editoriali che escono ogni anno, le commentano, le discutono, le diffondono.

Biblioo ha delle grandi, enormi responsabilità, le sue scelte si riverbereranno sulle famiglie, sulle scuole, sul territorio… sulla vita di tutti noi, perché la vita ha inizio quando trovi il libro giusto

A sostenere lo sforzo di Biblioo vi è, in primis, il nido comunale Collodi. Infatti, il nido comunale, si sta già attrezzando per “edificare” un quadrilatero magico, nel quale i 4 angoli sono rappresentati rispettivamente da:

  • Biblioo
  • Asilo nido comunale
  • Scuola dell’infanzia
  • Scuola primaria.

Un quadrato magico sotteso da NPL. 

Nel frattempo, presso il nido comunale sta lentamente sorgendo biblioo nido affinché la magia della biblioteca comunale trovi nel nido un fratello minore, ma importantissimo. 

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